La crisi economica non ferma gli investimenti digitali delle imprese italiane.

Lo rivela l’Osservatorio Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano.

Nonostante la difficile situazione macroeconomica, continua la crescita degli investimenti digitali. Il 43% delle imprese aumenterà i budget per le tecnologie digitali il prossimo anno e nel 2022 solo il 13% delle aziende ha dovuto rallentare o fermare i progetti di digitalizzazione. Dopo il forte aumento del 2022 (+4%), per il 2023 si stima un rialzo del 2,1% dei budget Ict delle imprese italiane di tutte le dimensioni, comprese le PMI che segnano un aumento del 2,4%. È la fotografia scattata dalla nuova edizione dell’Osservatorio Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano.

Una spinta dall’open innovation,

Lo studio registra quest’anno anche la crescita delle collaborazioni tra grandi aziende e startup digitali. Otto grandi imprese su dieci, infatti, hanno realizzato azioni di open innovation. E in questo campo le startup si affermano sempre più fonte di innovazione aperta: sette grandi imprese su dieci collaborano con startup o hanno in programma di farlo. “In un quadro macroeconomico di sempre maggiore incertezza e complessità, il digitale si conferma un asset imprescindibile per le imprese italiane, che prevedono di incrementare gli investimenti in ICT per il 2023 – afferma Alessandra Luksch, direttore degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence del Politecnico di Milano – Imprese e startup sono al centro di importanti processi di transizione per definire la strada verso un futuro più sostenibile, sfruttando l’innovazione digitale come leva abilitatrice di nuove opportunità. Cresce in modo costante l’adozione di approcci collaborativi e di innovazione da parte di grandi imprese e PMI. Le startup si confermano protagoniste anche nella sfida per uno sviluppo sostenibile”.

Obiettivi e investimenti

Tra le grandi imprese già impegnate nella sostenibilità il 65% ha deciso di investire nel digitale per raggiungere obiettivi in questo ambito (il 29% tra le PMI), in particolare con sistemi di big data e analytics, soluzioni di Industria 4.0 e tecnologie per lo smart working. Solo il 3% delle grandi imprese e il 23% tra le PMI non persegue ancora in modo specifico obiettivi di sostenibilità.

La crisi economica è stata paradossalmente un boost degli investimenti digitali: il 28% delle aziende ha colto lo stimolo per accelerarli e la maggioranza (57%) ha portato avanti i progetti senza particolari impatti. Nel corso dell’anno sono entrate nel vivo anche le prime azioni concrete di attuazione del Pnrr, che al suo interno prevede importanti investimenti nell’area della digitalizzazione. L’Osservatorio mostra che il 69% delle grandi imprese e il 60% delle PMI ritengono che il Pnrr contenga provvedimenti utili per supportare il Paese.

Nuove professionalità

Secondo i dati emersi nell’Osservatorio non sono ancora la maggioranza le aziende che si dotano di figure verticali sull’innovazione. Il 41% delle imprese ha definito una “Direzione Innovazione” o un singolo ruolo dedicato alla gestione dell’innovazione, sempre più spesso posizionata in stretto rapporto con il vertice aziendale, mentre il 31% utilizza team di progetto dedicati ad ogni specifico progetto di innovazione e il 9% possiede un comitato di innovazione interfunzionale. Ma è centrale anche integrare gli spunti di innovazione con i bisogni delle aree di Business: più del 50% delle grandi imprese ha già definito ruoli di Innovation Champion. Nelle PMI sono ancora rari ruoli dedicati all’Innovazione Digitale (8% dei casi) e si predilige una gestione occasionale (60%) o il ricorso a consulenti esterni (13%).

di Giulia Cimpanelli

Fonte: LA REPUBBLICA